giovedì 15 maggio 2014

Marina Yurlova, la cosacca dello zar


In questi giorni, ho visto su ARTE, un canale franco-tedesco, una serie di documentari sulla Prima Guerra Mondiale, 14-Des armes et des mots (14-Delle armi e delle parole). Nella serie, si seguivano le storie di diversi personaggi, soldati e civili. Quello che più mi è rimasto nella mente, però, è una ragazza dal destino assai strano per l'epoca in cui ha vissuto: la russa Marina Yurlova.


Marina Yurlova nacque nel 1900 nel sud della Russia, figlia di un colonnello cosacco. Aveva 14 anni, quando la Prima Guerra Mondiale scoppiò e suo padre dovette andare a combattere. La ragazzina però voleva essergli accanto, e così scappò di casa per cercare di raggiungerlo, invano. Si arruolò nell'armata cosacca e combatté, nonostante la giovane età e l'essere una ragazza. Una vera e propria bambina soldato, tuttavia coraggiosa e fedele al suo zar. Riportò diverse ferite, rischiò persino l'amputazione della gamba, e ricevette una medaglia per il suo valore. Quando la rivoluzione scoppiò, prima cercò di nascondere ai suoi soldati che lo zar aveva abdicato ed era fuggito, poi, rivelata la verità, assistette all'uccisione del capitano e venne fatta prigioniera. Ma Marina era fortunata, perché prima che venisse fucilata la prigione nella quale era stata rinchiusa venne presa dagli zaristi e fu liberata...unica sopravvissuta tra tutti i prigionieri. Combatté ancora nell'armata bianca, poi, dopo la fine della guerra civile, si esiliò prima in Giappone e poi negli Stati Uniti, dove lavorò come ballerina e si sposò. Inutile dire che quello che aveva visto in guerra le lasciò profonde cicatrici, tanto che venne ricoverata e sottoposta a cure di elettroshock. Sulla sua esperienza scrisse diversi libri, tra cui Cossack Girl nel 1931, le sue memorie di guerra, che riscossero un grande successo. Morì nel 1984 a New York. 
La sua storia mi ha sorpresa, in particolare per il suo coraggio. Diventare soldati a 14 anni e uscire vivi da quella tragedia quasi dimenticata ai giorni nostri che fu la Prima Guerra Mondiale non è una cosa molto comune. E lo è ancora di meno quando si è una ragazza, in un tempo in cui il compito delle donne era essenzialmente quello di mettere al mondo dei figli e occuparsi della casa. Semplicemente, questo.    
                                                                  
                                                                                                                                            


6 commenti:

  1. Ciao, post interessantissimo questo di oggi. Non conoscevo questa storia e mi hai incuriosita al punto che cercherò il suo libro per saperne un po' di più. Come dici tu, una donna molto coraggiosa in un'epoca in cui le donne erano relegate a ben altri ruoli.
    Un abbraccio.
    Antonella

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  2. Ciao, sono contenta che questo post ti sia piaciuto. Per scriverlo, ho cercato un po' su internet e non ho trovato molto, purtroppo, quanto al suo libro non so se ne esista una pubblicazione italiana, l'ho trovato soltanto su Amazon, in inglese. Ma anche a me piacerebbe molto leggerlo.
    A presto!

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  3. Sono rimasta affascinata da tutti i protagonisti della serie, raccontare la vera storia nelle vicissitudini quotidiane ha ampliato in me un'ulteriore conoscenza di questo tremendo periodo storico. Sarebbe bello che la produzione continuasse con il seguito. Un carissimo saluto

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  4. Ciao, sto guardando ora su RAI Storia quanto passato successo a Marina e la Grande guerra, molto interessante.
    G.Franco

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  5. Bellissima storia però i giovani di adesso non sanno niente di tanti nonni che hanno vissuto quei tempi avrei tante storie da raccontare mio padre fu prigioniero dei tedeschi nella seconda guerra si chiamava Giraldi Paolo era a catovis campo di concentameno

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  6. Mio zio Nardo Giuseppe anche lui prigioniero dei tedeschi nella seconda guerra liberato dagli americani quando tante peripezie riuscì a tornare a casa quando torno a casa i famigliari lo scambiarono per uno che chiedeva l esemosima e lui gli disse a sua mamma gli disse mamma non mi conosci sono beppi in dialetto veneto Giuseppe ciao a tutti

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