mercoledì 23 luglio 2014

Pour que tu m'aime encore



Ho capito tutte le parole, ho capito bene, grazie
Ragionevole e nuovo, è così da queste parti
Che le cose sono cambiate, che i fiori sono appassiti
Che il tempo di prima, era il tempo di prima
Che oltrepassi e ti stanchi, anche gli amori passano

Bisogna che tu sappia

Andrò a cercare il tuo cuore se lo porti altrove
Anche se nelle tue danze altri danzano le tue ore
Andrò a cercare la tua anima nel freddo e nelle fiamme
Ti lancerò degli incantesimi perché tu mi ami ancora

Non si doveva iniziare, attirarmi, toccarmi
Non si doveva dare tanto, io non so giocare
Mi dicono che oggi, mi dicono che gli altri fanno così
Io non sono gli altri
Prima che ci si leghi, che ci si guasti

Voglio che tu sappia

Andrò a cercare il tuo cuore se lo porti altrove
Anche se nelle tue danze altri danzano le tue ore
Andrò a cercare la tua anima nel freddo e nelle fiamme
Ti lancerò degli incantesimi perché tu mi ami ancora

Troverò dei linguaggi per cantare le tue lodi
Farò i nostri bagagli per infinite vendemmie
Le formule magiche dei marabù dell'Africa
Le dirò senza rimorsi perché tu mi ami ancora

M'inventerò regina perché tu mi trattenga
Mi farò nuova perché il fuoco si riprenda
Diventerò quelle altre che ti danno del piacere
I vostri giochi saranno i nostri, se così è il tuo desiderio

Più brillante, più bella per un'altra favilla
Mi cambierò in oro perché tu mi ami ancora




lunedì 21 luglio 2014

Le mie belvette

Oggi, vi voglio ripresentare, come avevo fatto qualche tempo fa sul mio vecchio blog Where is my mind?, le mie belvette: Max, Gin, Zoe e Chassy. Quattro gatti, di cui i primi tre della stessa cucciolata e allevati da me e mia madre, perché la loro mamma ci è stata uccisa da un cane quando loro avevano solo una settimana e mezzo. Così, li abbiamo nutriti, puliti, abbiamo visto i loro occhietti aprirsi e le loro zampette muovere i primi passi. Un'avventura che ha fatto si che tra noi e loro ci sia un rapporto un po' speciale. Per dire, Max, Gin e Zoe sopportano soltanto noi. Quando c'è qualche estraneo, scappano. Chassy invece è un tipo piuttosto inglese, non a caso il suo nome è un diminutivo di Charles e a volte lo chiamiamo Mister Chassy. E' flemmatico, silenzioso, ha una perenne espressione alla Clint Eastwood e non fa mai le fusa. Ma proseguiamo con ordine...

*Zoe*

Prima le signorine. Senza dubbio è quella con più soprannomi. Zoet, Puffetta, Modella, il più lungo è Fabbrica di scemenze di importazione cinese (inventato da mio padre dopo uno dei suoi innumerevoli guai). Avete quelle ragazze vanitose e costantemente preoccupate dal loro aspetto, che fanno gli occhi dolci eccetera? Ecco, credo che Zoe sia una reincarnazione di quelle. Perché è così! Se combina un guaio, prima scappa lungo le scale, poi ti guarda e dopo un dolce "Miiiu!" si sdraia sulla schiena con fare innocente, guardandoti con i suoi grandi occhi verdi cerchiati di nero, e comincia a dar spettacolo. Non le piace scherzare ed è molto permalosa...per la gioia di Max il mattacchione, che si diverte a farle gli scherzetti!


Le piace dormire nei post posti più strani: bordi di finestre, sacchetti di carta nei quali poi si prende le zampe, si spaventa e comincia a correre come una pazza per tutta la casa inseguita da me che cerco di raggiungerla per toglierla d'impaccio. Ovviamente, poi la madamigella non ha paura dei sacchetti di carta, ma di me...





*Gin*



Lui è Il Grasso, ma anche Ginù e Cicciobello, anche se ultimamente, sotto l'influenza del Trono di Spade e per il fatto che ne becchi uno ogni giorno, ho cominciato a chiamarlo Sterminatore di Topi. Passa i suoi giorni a cercare prede, mentre la notte torna a casa e si addormenta davanti alla tv tra le braccia di mio padre come se niente fosse. Un serial killer insospettabile... Al contrario di Zoe, lui segue Max nei suoi scherzetti. Gli piace battersi con lui, ma per finta, senza farsi male. Tranne la volta in cui si sono bisticciati per decidere chi doveva dormire in una scatola vuota. Alla fine ha vinto Gin. 


Ma poi Max si è vendicato con un attacco lampo.


Ultimamente, si è preso per uno scoiattolo 




*Max*


Ma anche Maxù, e Mixomatoso. Avete presente la malattia dei conigli che gli fa arrossare e gonfiare la pelle attorno agli occhi? Ecco, quando Max è contento, gli accade la stessa cosa. Gli capita da quando era piccolo, all'inizio pensavamo che fosse malato ma poi ci siamo accorti che è una cosa 'normale'...
E' un gran mattacchione, ama fare agguati, scherzetti, l'altro giorno l'ho visto buttarsi contro la rete dell'orto due o tre volte. Credo che gli manchi qualche rotella, forse c'era qualcosa di strano nel latte in polvere che ha bevuto da piccolo. 


Qui, sta ridendo con gli occhi mixomatosi. A volte lo becco in certi atteggiamenti... E' un'ottima compagnia, a volte la notte viene a dormire con me. Prima però, c'è un rito: giocare a nascondino! Dove? Con le tende della mia finestra, ovviamente!! Lui si mette dietro, e aspetta che io mi avvicini piano piano per poi sollevare la tenda dicendo: "BUU!" e a quel punto, dopo un "Miao!" va dall'altra parte della finestra, a nascondersi dietro alla seconda tenda. E facciamo così per circa cinque minuti, finché lui si mette alla finestra a guardare fuori.





*Chassy*


Come ho detto, è un gatto piuttosto serio. E' l'unico a no essere castrato...e quindi passa le sue giornate fuori alla ricerca di belle gattine. E' molto grande, 90 cm con la coda, zampe da coniglio che usa a mo' di cuscino, e un bel musone largo. Tiene sempre gli occhi semichiusi, da cui la sua somiglianza con Clint Eastwood. A volte mi chiedo se non abbia qualche problema agli occhi, dopotutto li ha aperti a più di due settimane quando di solito i gattini li aprono a sette giorni...

   
E' un gatto molto flemmatico, non si scompone mai e non fa mai le fusa...cioè, le fa, è raro e per sentirlo gli si deve mettere un dito sul collo. Se sentite una vibrazione, alleluia!! sta facendo le fusa.





Ed ecco qui le mie care belvette. Alle quali voglio un mondo di bene. E se volete seguire le loro avventure giorno per giorno, questo è il link della loro pagina fan su facebook:


Buona notte a tutti!

venerdì 18 luglio 2014

Recensione libro: La verità sul caso Harry Quebert

"Un buon libro, Marcus, è un libro che ci dispiace aver finito"
La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker, un libro che, fin dal titolo, mi è interessato. Ma sapete, quando un libro mi piace e l'originale è scritto in francese, aspetto fino alla mia prossima scappata in Francia per comprarlo. E così ho fatto anche stavolta. Per scoprire quello che è entrato a far parte dell'ormai trio dei miei libri preferiti.

Marcus Goldman. Scrittore americano neanche trentenne, eppure il suo primo libro ha venduto milioni di copie, rendendolo ricco e famoso. Per un po' vive la sua vita da star con gusto, tra un bell'appartamento a New York, feste esclusive e gossip sulle sue uscite con l'attrice del momento. Ma poi, arriva il giorno in cui scrivere un secondo libro, e lì...crisi da pagina bianca! Marcus ci prova in tutti i modi, ma niente da fare. Disperato, chiama allora Harry Quebert, suo professore universitario e mentore,oltre che uno degli scrittori americani più importanti della seconda metà del XX secolo, famoso in particolare per il libro Le origini del male. Neanche questa funziona, ma durante il suo soggiorno nella casa di Aurora, Goose Cove, sulle rive del mare , Marcus trova delle foto di un trentaquattrenne Harry con una ragazzina di quindici anni. Harry si arrabbia e gli chiede di non rivelare ciò che ha visto. Quella ragazzina è Nola Kellergan, scomparsa il 30 agosto del 1975... Marcus dimentica, tornando a concentrarsi sul suo problema: scrivere un secondo romanzo. Finché un giorno, lo scheletro di Nola non viene ritrovato...e tutti gli indizi portano a pensare che sia stato Harry Quebert a ucciderla!

Allora, cercherò di non sembrare una pazza mentre scriverò quel che penso di questo libro. Vi dico solo che, il giorno in cui ho detto: "Basta, lo devo finire", mentre ero agli ultimi quattro capitoli i miei hanno sentito per tutto il pomeriggio degli "OOOOHH!! AAAAAH!!! WAAAAA!!" uscire dalla mia camera.

La verità sul caso Harry Quebert è un libro complicato: giallo? Storia di un amore proibito? Manuale di sopravvivenza e consigli per giovani scrittori? Romanzo ad incastro? E' tutto questo e altro, non so neanche con quale genere classificarlo. Joel Dicker, ventinovenne di Ginevra al suo secondo libro (e vincitore con questo di una valanga di premi) ha avuto la capacità di scrivere un romanzo all'apparenza semplice, ma che in realtà non lo è, con colpi di scena quando meno te lo aspetti che sono capaci di mandare all'aria la teoria che accreditavi da 200 pagine. E di sconvolgerti, anche per le perle di saggezza letteraria che Harry Quebert, ad ogni inizio di capitolo (interessante l'idea di partire dal capitolo 31 per arrivare all'1, ma dopotutto...l'uno non è forse il principio, e ogni storia non ha un principio nel passato? Da capire se lo leggerete!) dispensa. I personaggi sono descritti e analizzati molto bene: Marcus, lo scrittore ambizioso. Harry Quebert il saggio apparente. Gahalowood, il poliziotto burbero. Luther, il ragazzo maltrattato dalla vita e che ormai la vive attraverso gli altri. E infine, lei, Nola, misteriosa e fragile. Un libro perfetto e ben costruito sotto tutti i punti di vista, che vi lascerà stupefatti e, alla fine, anche commossi. Un bel 10 e lode!!



lunedì 14 luglio 2014

Lume di candela

Ci sono momenti in cui mi piace accendere una candela. In giorni come questi, in cui quando il sole timidamente esce dalla sua coltre di nubi fa un po' caldo ma, nonostante siamo praticamente a metà luglio, il vento è fresco, è perfetto farlo. Ultimamente sto consumando l'ultima candela viola di un pacco di quattro comprato anni fa. La sistemo su un vecchio portaincesi per i cornetti nero, con come decorazione una spirale dorata, un cimelio di quando m'interessava la spiritualità pagana. A volte, brucio anche un foglietto di carta d'Armenia, aspirandone il fumo dall'odore così particolare. E osservo la fiamma. Quella fiamma che danza in continuazione, si assottiglia, si allarga, prima alla sommità ci sono tre punte, poi due, è come una lingua biforcuta, poi si unisce in un unico triangolo perfetto. Sembra quasi che, in questa danza solitaria, si diverta. Il suo calore mi piace. Quando ero piccola, mi divertivo ad accendere le candele aspettare che la cera si sciogliesse e metterci la punta delle dita. Era una sensazione quasi scottante, ma mi piaceva quel calore che a poco a poco se ne andava. E poi, quando soffio leggermente, la fiamma lotta per rimanere viva, si rimpicciolisce sempre di più, per poi sparire. E rimane di lei soltanto uno sbuffo di fumo, le cui volute si spandono come ghirigori, con i quali mi piace giocare spezzandoli con le dita, riccioli grigi che poi spariscono anch'essi. Come una magia antica, ripetuta chissà quanti miliardi di volte.

  

venerdì 11 luglio 2014

Due ragazze

Prendono l'autobus con me, a volte, quando sto tornando a casa dopo karate. C'è ancora luce, ora, quando esco, tutta sudata e scarmigliata perché il kimono è fatto di stoffa pensante. E certe volte entrano loro due. Due ragazze. Avranno più o meno 17 anni, entrambe. Le si potrebbe prendere per due amiche del cuore. Ma c'è qualcosa, una luce nel loro sguardo, un mettersi la fronte l'una contro l'altra e guardarsi negli occhi, che ti fa pensare che ci sia qualcosa di più. Io le guardo, e non posso fare a meno di sorridere intenerita. Mentre altri invece portano loro occhiate ben diverse. Eppure, non fanno nulla di più, certe coppiette eterosessuali sono molto più affiatate, sull'autobus. Non riesco a non sorridere, e ad andare con la mente indietro nel tempo, è più forte di me, e a provare tutto quel dispiacere, quel 'se solo avessi agito in modo diverso'.

La prima volta che le ho incrociate, stavo tornando a casa, dopo l'ennesimo pomeriggio passato a piangere e a gridare, a non essere compresa. Le guardavo, e non riuscivo a non essere triste e nostalgica di quel tempo, di quella tenerezza ormai morta e sepolta che avevo vissuto anche io seduta su un autobus. Volevo chiamare, spiegare, anche se sapevo che non sarebbe servito a niente, che sarebbe stato l'ennesimo logorante buco nell'acqua. Presi il cellulare. Cercai il nome in rubrica...poi, il mio sguardo cadde di nuovo su quelle due ragazze. Allora, quasi vergognandomi per quello che stavo per fare, misi via il cellulare. Perché avevo paura che, con le mie parole, avrei rovinato loro quel momento prezioso. E non volevo.

 

giovedì 10 luglio 2014

Torno...

SONO TORNATAAAAAAA!!!!


Ma quanto mi siete mancati!! In questi giorni, poi, mi sono venute diverse idee di post, e ora posso finalmente metterle in atto!!! 

Dunque, dunque, a parte studiare come una pazzoide, non pensiate che ho soltanto sfacchinato sui libri/appunti/registratore. Qualche piccola interruzione l'ho fatta. Per esempio, sono andata al mare con la mia amica Chris, e ho anche conosciuto una sua collega molto simpatica. Il tempo era uno schifo (nuvoloso, infatti praticamente non ci siamo abbronzate) Ma ci siamo comunque molto divertite. La mattina, ho preso il treno fino ad Alghero, e devo dire che in meno di due ore ho visto cose che mi hanno fatto pensare a quanto possiamo essere razzisti noi italiani. Tra una donna che mi indica i senegalesi che aspettano il treno per andare a vendere le loro merci sulla spiaggia dicendomi: "C'è una colonia di neri!" schifata (e io quello noto è soprattutto che sono ragazzi sui 15-16 anni che stanno andando a lavorare mentre gli altri si godono le vacanze estive) e un controllore che insulta uno di loro chiamandolo 'Zulu', non so cosa scegliere. 
Ad Alghero, prima di andare in spiaggia, Chris mi ha fatto visitare la cattedrale di Santa Maria. Ora, a parte lo scherzetto di Chris e della sua collega ("Guarda la statua bendata. Bene, fissala mentre ti parlo. La statua bendata simbolizza la Fede, blablablablabla...C'è una leggenda, ad Alghero. Si dice che chi fissa la statua della Fede per più di 30 secondi morirà"), per tre euro si può salire sul campanile. Cosa che ovviamente ho fatto U_U La visibilità non era al massimo a causa del tempo, ma è stato bello salire su quei vecchi gradini mentre una ragazza dalla lunghissima treccia ci spiegava la storia della cattedrale. Alla fine, ci siamo divertite a cercare strani simboli di croci sulle pietre, e ne abbiamo trovato uno!! Mi sentivo come nel Codice Da Vinci!!

Dopo la visita alla cattedrale, siamo scese lungo i camminamenti di Alghero. C'erano delle catapulte e dei cannoni, e abbiamo fatto delle foto. 


Poi, abbiamo pranzato alla mensa, la collega ci ha lasciate e siamo andate in spiaggia. E lì, chiacchiere e relax!!

Parlando di libri, ho finito La Verità sul Caso Harry Quebert e vi posso dire che...è diventato il terzo dei miei libri preferiti in assoluto, dopo Il mondo nuovo di Aldous Huxley e Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy. Vi posterò una recensione appena possibile. Ora, sto (finalmente) leggendo Il Trono di Spade. E ho pensato una cosa...

Qualche tempo fa, su un blog, avevo visto una rubrica: l'autrice commentava ogni episodio dell'ultima stagione di Lost mano a mano che venivano trasmessi. Mi piacerebbe molto fare la stessa cosa con la serie televisiva tratta dai libri di Martin, ma purtroppo non mi è possibile. Quindi, perché non farlo con i libri? Seguirei la divisione dei libricini, anche se la mia edizione è quella che rispetta l'ordine di Martin (ho i primi quattro volumi, quindi), altrimenti non ci sarebbe gusto, farei troppo pochi post. Che ne dite? Sono a meno di metà del libro che in edizione piccola si chiama "Il Trono di Spade", il primissimo, quindi. Ci vorrà un po perché lo finisca. Comunque, ditemi che ne pensate, eh!

Ora vi lascio...a bientot!