mercoledì 27 agosto 2014

La Bastida di Sorres: Tre giorni di guerra, nuovi incontri e...Medioevo!

(Beh, per l’esattezza noi ci siamo stati due giorni...ma questa è un’altra storia!)

Buondì! Oggi, vi racconto della manifestazione a cui ho assistito in questi giorni insieme alle mie amiche Cris ed E, al mio amico F, e alla madre di Cris, che gentilmente ci ha accompagnati. Si tratta della Bastida di Sorres, la rievocazione di un fatto d’arme avvenuto nel 1334, quando i Doria riconquistarono agli Aragonesi la città fortificata di Sorres, importante anche come sede vescovile con il monastero di San Pietro.
 
E, insieme alla rievocazione, siamo finiti...in un accampamento medievale del XIV secolo! E questa è stata una vera e propria sorpresa. Perché si, sapevamo che ci sarebbe stato, ma non così completo, ricco di vita e di persone abbigliate con vestiti d’epoca e banchi con praticamente tutti gli oggetti della vita di allora, con persone che ti spiegano qualunque cosa.


Il primo giorno, siamo anche andati a visitare il nuraghe di Santu Antine, uno dei più importanti dell’isola, ricco di particolarità che solo lui possiede...


...e la mia testa se ne ricorda, si, anche perché ad un certo punto e io e Cris ci siamo infilate in un buio e stretto corridoio che porta ad un pozzo sacro e io ho sbattuto la testa sull'unica sporgenza, ovviamente. Un male cane. E una piccola bozza, per fortuna coperta dai miei capelli. A parte questo, davvero, questo nuraghe è stupendo, si trova in una valle sul comune di Torralba chiamata anche Valle dei Nuraghe perché ve ne sono stati costruiti ben trenta.  Se fate un giro in Sardegna venite a visitarlo!





Dopo la visita al nuraghe, siamo quindi andati a Borutta, il comune nel quale si svolgeva la rievocazione. Appena arrivati, mi è scappata da ridere, a vedere tutte quelle persone in costume. E mi sono messa anche un poco ad invidiarle...


All’inizio non sapevamo dove guardare, talmente tante cose c’erano. Il nostro occhio era già caduto sulle spade, e, un po’ timidamente, abbiamo cominciato a prenderle in mano. Poi, però, abbiamo cominciato a girare con ordine, e siamo capitate nella tenda dello Scriptorium. Completa di pergamene, Carta de Logu, inchiostri rosso e oro, sigilli...e tante altre cose, compresi i mitici Oculi de Vitro cum Capsula!






Nella stessa tenda, c’erano anche una sedia-trono e un gioco degli scacchi, riproduzione di un originale che è stato usato in moltissimi film e serie tv, compresi I Pilastri della Terra e Il Trono di Spade.


E poi...siamo passati alle armi. Spade a due mani, archi, asce, elmi, scudi, gambali...c'era di tutto! Ci siamo sbizzarrite. Vi posso dire che, per le spade a due mani, anche se sono piuttosto pesanti, dopo un po’ è come se il tuo polso si abituasse a reggere tale peso. E bisogna anche contare sul fatto che l’arma sia bilanciata bene o no. Mi ricordo in particolare di una che non era bilanciata ed era pesantissima...subito dopo, ce ne hanno passata in mano una ben bilanciata e più pesante, ma che risultava più leggera alla presa.





Abbiamo fatto diverse foto ai vari cavalieri, arcieri, damigelle, e qualche volta siamo anche riusciti a fare foto insieme a loro.






Poi, abbiamo visto il falconiere, un ragazzo che ci stava tra l’altro benissimo, a fare il falconiere...insomma, sembrava uscito dal medioevo. Aveva una poiana, un gufo e un barbagianni. Io e le mie amiche abbiamo potuto tenere in mano la poiana, uno splendido uccello che però, durante l’esibizione, ha attaccato il gufo...il motivo? Poco prima, il gufo gli aveva dato una piccola artigliata. E la poiana ha pensato bene di vendicarsi, non pensando che il gufo è molto più forte di lei. Immaginate la nostra faccia quando abbiamo visto la poiana lanciarsi sul gufo! Sembrava che i due stessero lottando (e il gufo era sempre nella mano del falconiere), c’erano tante piume in aria (della poiana) e quando è riuscito a separarli, il falconiere ci ha spiegato che era una fortuna che la sua mano stringesse gli artigli del gufo, altrimenti, per la vendicativa poiana, non ci sarebbe stato scampo!


Un’altra cosa che mi ha impressionata è stato quando, ad un certo punto, quando un signore evidentemente non contento del fatto che l’uccello non rispondesse ai suoi fischi, ha detto al falconiere che la sua poiana obbediva solo a lui, e questo gli ha risposto: “Il mio non è un ordine, è un invito”.

E poi...è arrivato il momento della battaglia!


Le musiche? Non erano molto adatte, sarebbe stato meglio un bel rullo di tamburi, ma hanno trasmesso canzoni tratte dal Trono di Spade, I Pilastri della Terra, Il Gladiatore e Brave Heart.






Infine, siamo rimasti ancora un poco, poi ce ne siamo andati, anche perché faceva molto freddo. A quanto pare tremavo come una foglia. E il bello era che non lo sentivo per nulla! Però, siamo partiti con un proposito: tornare l’indomani! Anche perché, prima della battaglia, abbiamo cominciato a parlare insieme ad un gruppo di ragazzi, e, parlando parlando, alla fine mi hanno detto che se fossi ritornata l’indomani mi avrebbero mostrato qualche cosina di base con la spada. Beh, mica potevo resistere???


E così, eccoci lì ancora eccitati per il giorno prima. Purtroppo, c’era molto vento e sabbia e polvere appiccicosa, avevo le lenti e hanno cominciato a darmi un po’ fastidio, ma mi sono comunque goduta la mattinata. Prima di tutto, i ragazzi del giorno prima, che fanno parte della Sala d’Arme Le Quattro Porte di Cagliari, ci hanno spiegato la strategia militare alla base della battaglia di Azincourt. Si, proprio quella battaglia della Guerra dei Cent’Anni in cui la cavalleria francese si è fatta massacrare dagli arcieri inglesi. E infatti non vi dico le battute quando ho detto: “Ma la fai proprio a me che sono francese??” Comunque, c’è da dire che i francesi si sono comportati in quella circostanza da perfetti idioti, quindi, forse, un poco se la sono meritati, la sconfitta. Infine, ci sono state mostrate alcune armi d’assedio dell’epoca, attraverso dei modellini.


Ho fatto un giro dall'astrologa. Stava accanto al chiosco del medico, da me e da molti altri soprannominato Dante Alighieri, visto che era vestito tutto di rosso. L'astrologa aveva iniziato da poco a spiegare, quando è arrivato un ferito da freccia! E abbiamo assistito all'operazione (completa di sangue) del medico, che dopo aver segato la parte in legno della freccia e aver cauterizzato una parte del corpo del povero paziente (così si distraeva e un poco sveniva...eh si, la cauterizzazione a quei tempi serviva proprio per quello!), e aver controllato anche che non toccasse punti vitali, ha fatto passare la punta della freccia dall'altra parte del corpo. Purtroppo, però il pover'uomo non ce l’ha fatta. Scherzo, era tutta una ricostruzione, ma ci ha presi così alla sprovvista che è stato divertentissimo. E poi mi sono fermata almeno venti minuti con il medico, a chiacchierare di medicina, un altro campo vastissimo del sapere medievale. Anche se continuo a pensare non credo che mi sarei molto fidata di un medico di allora. E poi, è arrivato il momento della spada! C'erano i giornalisti che facevano le riprese, proprio in quel momento, quindi forse sono finita in televisione XD

Due ragazzi mi hanno fatto vedere diverse poste, basandosi sul Flos Duellatorum, un trattato sul combattimento con la spada che è il terzo in ordine di antichità in Europa. Ne esistono due copie, entrambe in America. Una terza si trovava anche in Italia, ma è scomparsa a inizio ‘900. Beh, che vi posso dire...voglio imparare la scherma medievale, ora ancor più di prima. Chissà che un giorno io non riesca ad andare a Cagliari per imparare. Inoltre, non so come dirvi, ma ho trovato molta più apertura mentale rispetto alla ricerca e alla multidisciplinarietà che questa implica in questi ragazzi appassionati di storia medievale che in molti archeologi e professori.

Abbiamo, infine, riassistito alla battaglia, anche se stavolta c’erano meno figuranti ed erano state introdotte le scale per l’assalto alle mura. Ma è stato comunque emozionante. Poi, ce ne siamo andati. Concordando sul fatto che l’anno prossimo ci torniamo. E stavolta per tutti e tre i giorni!


Credo che mi terrò quest’esperienza dentro per un bel po’. In meno di ventiquattrore ho imparato moltissimo, forse non in modo accademico, non con una lezione frontale o un seminario, ma credo che sia soprattutto in questo modo, con questo genere di iniziative, che la storia sembra viva, e non solo qualche riga buttata su un manuale. E’ stato strano, ma mentre era in quel campo, con tutte quelle bancarelle, quegli uomini, donne, e anche bambini vestiti come degli uomini del medioevo, con quel trampoliere che di tanto si faceva strada a grandi falcate tra di noi, in alcuni momenti mi sembrava quasi di esserci. Eppure, non sono una di quelle persone che vorrebbero esserci vissute. So che il medioevo, per quanto sia affascinante, è anche un’epoca di violenza inaudita. Non che sia tanto cambiato, oggi, in certi posti...ma, no, se mi dicessero: “Abbiamo una macchina del tempo con la quale potrai vivere quel tempo per sempre” non lo farei. E poi, un’altra cosa che mi porterò dentro, sono gli incontri che ho fatto in questi giorni. Chissà, forse qualche amicizia, qualche contatto nuovo è nato. E, ancora una volta, non posso far altro che ringraziare le persone che hanno reso questo possibile.  


mercoledì 20 agosto 2014

Recensione libro: Il trono di spade- Il trono di spade

Ed eccomi, finalmente, a recensirvi questo primo libro della saga di George R.R. Martin. Scusate, ma mi sono accorta che, da quando sono all'università, leggo molto più lentamente...però ce la farò! Aspettatevi a lunghi sproloqui, visto che su questa saga che volevo leggere da parecchio spenderò fiumi di parole...

Ma arriviamo al dunque. Dopo una ribellione avvenuta quindici anni prima, sul Trono di Spade, forgiato anticamente dal re Aegon I Targaryen, il conquistatore dei Sette Regni, con il fiato del suo drago Balerion, siede Robert Baratheon, che ha strappato il potere proprio alla dinastia Targaryen. Dopo la morte improvvisa di Jon Arryn, suo primo cavaliere, egli chiama il suo vecchio amico e compagno di ribellione Eddard Stark, signore di Grande Inverno, a ricoprire il ruolo. E il primo cavaliere si renderà ben presto conto di avere tra le mani un regno polveriera, con una corte piena di intrighi e oscuri segreti per i quali può iniziare il gioco del Trono, al quale ‘o si vince o si muore’.
Intanto, nell'estremo nord, oltre la Barriera, un’imponente muro di ghiaccio che protegge i Sette Regni dai Bruti e originariamente dall'antica minaccia ormai divenuta leggendaria degli Estranei, esseri misteriosi dagli occhi di inquietantemente blu e gelidi che alla morte appartengono, proprio questi stessi sembrano ricomparire. I Guardiani della Notte, ordine che controlla la Barriera, si renderanno conto del vero pericolo?
Sempre nello stesso tempo, al di là del mare, Daenerys Targaryen, che insieme al fratello Viserys rappresenta l’ultimo retaggio sopravvissuto e in esilio della vecchia dinastia, sta per andare in sposa, in cambio di un’armata con la quale Viserys vorrebbe riconquistare il regno che gli spetta, con Khal Drogo, formidabile guerriero del popolo dei Dothraki. Ma sarà suo fratello il vero Drago? Perché lei si sente invece sempre più legata alle uova pietrificate di drago che le sono state offerte come dono di nozze?
                   
Allora. Ricordo che ho visto la serie tv (e il primo libro ne ricopre i primi cinque episodi). Quindi, inevitabilmente, mi aspettavo qualcosa di simili. E infatti lo è, o almeno, la storia, intricata fino all'estremo (e sono solo all'inizio, ahimè ç_ç) è quella. Ma qualcosa è diverso: il ritmo. Il Trono di Spade è infatti raccontato in modo particolare, a partire dal punto di vista di otto personaggi che danno il loro nome al capitolo nel quale appaiono. Ne consegue che la narrazione risulta spezzata, a tratti un poco lenta e pensante, tanto che penso che, una volta finito Il Grande Inverno, mi concederà una pausa e leggerò qualcosa di un poco più leggero. Esito tra un libro per bambini che è una rilettura del personaggio di Capitan Uncino e una biografia di Patti Smith, ma sto divagando, scusate!
Questo fa si che sembra che la storia non parta, o almeno, che parta solo nelle ultime pagine, e forse questa è un’impressione data dal taglio che l'edizione italiana ha fatto, dividendo il primo volume originario della serie in due, Il Trono di Spade e Il Grande Inverno. Una scelta che personalmente non capisco, visto che ora che c’è la serie in corrispondenza con la nuova stagione esce ogni anno anche un volume completo a costo molto più vantaggioso rispetto a quello della divisione.

Detto questo: i personaggi. Dalla serie, amavo alla follia Eddard, sua figlia Arya e suo figlio Jon per gli Stark (Jon è illegittimo ma lo faccio comunque rientrare in questa categoria per facilità XD), Samwell Tarly per i Guardiani della Notte, e Daenerys. La lettura del libro ha fatto scendere nella mia stima Eddard, che sicuramente è uno dei pochi personaggi con un briciolo d’onore in zucca ma si rivela così buono e poco furbo da non vedersi arrivare una trave nell’occhio, e invece a sorpresa mi ha fatto trovare un nuovo beniamino: Tyrion Lannister, detto anche il Folletto. A partire da questa frase, detta a Jon Snow:
  
“Ricorda una sola cosa, ragazzo: tutti i nani potranno anche essere dei bastardi, ma non è affatto necessario che tutti i bastardi debbano essere dei nani.”
                                                                         
Un personaggio forse piccolo di statura, ma che come grandezza ne supera di gran lunga molti altri (compreso Ned, scuuusa Ned), con una lingua arguta e senza peli, che scivola tra la luce e l'ombra del mondo e della casata corrotta dal potere e dalla lussuria nella quale vive, pensando a se stesso certo, ma per il quale non possiamo fare altro che parteggiare, perché avrà sempre il suo asso nella manica, e lo mostrerà quando meno te lo aspetti. Se me lo ammazza giuro che poi lo faccio fuori io, Martin.  
Un altro personaggio che è un poco diverso da quello che mi aspettavo è Daenerys, che risulta in questa prima parte un poco acerba, nonostante mi piaccia già molto. Ma penso si risveglierà a partire dal prossimo libro.
Arya, Samwell e Jon, invece, sono come me li aspettavo, in particolare lei che...inutile, la adoro, per il suo essere ribelle e anticonformista, sempre con la risposta pronta, ben diversa dalla sorella Sansa, la quale invece risulta un’inguaribile oca persa nel suo sogno di sposare il suo dolce principe Joffrey (in realtà un sadico, insopportabile e tronfio ragazzino per il quale è disposta a mentire e far finire nei guai la sorella). Sansa è un insopportabile ‘uccelletto’, come la chiama Sandor Clegane, altro personaggio che inizialmente non mi piaceva, ma che invece ora mi piace, nonostante sia un assassino senza scrupoli. E a proposito di assassinii, eccezionalmente in questo volume niente spargimenti di sangue tra i personaggi principali!! Quindi, MORTI STECCHITI DALLO SCRITTORE SADICO:

Baratheon: 0
Stark: 0
Lannister:0
Tully: 0
Targaryen: 0

In sintesi, quindi, diciamo che il libro si, mi è piaciuto, tuttavia il ritmo lento e la spezzatura in tanti personaggi della storia lo rende faticoso e lento, e soprattutto la loro enorme quantità (perché oltre a quelli che ho citato ce ne sono decine di altri) fa si che già da adesso, in questo momento, mi ritrovo a pensare ‘Aspetta, tu chi sei, quando ti ho già incontrato, cosa fai nella storia??’ e devo correre all'indice dei personaggi di 18 pagine o direttamente al capitolo precedente raccontato dal punto di vista del personaggio principale. Un 3 e mezzo su cinque. Aspettando un po’ più di azione!

Come canzone di questo primo libro, suggerirei la sigla iniziale della serie tv. A parte il fatto che l adoro perché è semplicemente epica e solo lei ti da voglia di guardare l’episodio, penso che dia bene il senso di qualcosa che inizia, che preannunci l’azione che verrà. E quindi, eccovela:

Voto: 3 e mezzo su 5!! 

A presto, mes amis!

venerdì 15 agosto 2014

Jumanji, per il quale mi spaventavo ogni volta che mio padre si divertiva a fare quei ritmici colpetti sotto al tavolo, Hook-Capitan Uncino, per il quale sognavo di andare all'Isola Che Non C’è, per volare e divertirmi con le sirene e sconfiggere quel cattivo di Capitan Uncino, Mrs. Doubtfire, per le risate senza fine ogni volta che la maschera cade per la strada e viene schiacciata da un camion, L’uomo bicentenario per quella sua malinconica poesia che non riusciva a sfuggirmi anche allora, Flubber, uno dei pochi film che ho visto al cinema in Francia e del quale avevamo un adesivo sul vecchio frigo. Più tardi, L’attimo fuggente, il mio film preferito in assoluto, per quel Carpe Diem e quel ‘Oh Capitano, mio Capitano!” ritrovato con un sorriso leggendo Foglie d’Erba di Whitman e Una notte al museo, per quel simpatico Teddy Rooswelt che d’un tratto spaventa il povero guardiano di notte Ben Stiller. E “Goooooooooooooooood Morning Vietnam!!!”. Film visti decine e decine di volte, in particolare quelli di quando ero piccola, ai quali si associa un periodo, un ricordo, un’intensa emozione di bambina che parla alle lumache o di adolescente cinefila fino al midollo che si sente al di fuori della massa. E ogni volta quel volto un poco rugoso e comune, che t’ispira il sorriso. Ma è un volto, dietro alla maschera si cela altro, come purtroppo spesso accade nel mondo dello spettacolo. Da poco, su Facebook, gli avevo anche augurato buon compleanno. E in questi giorni pensavo di guardare Il mondo secondo Garp, nonostante sia immersa nello studio. Guardando le immagini alla tv, non so bene perché, ma mi sento invasa da una grande tristezza, ed è una risata amara che mi sorge spontanea vedendolo mentre passa l’aspirapolvere travestito da donnone in Mrs. Doubtfire, insieme a tutta quella marea di ricordi. Ma così è. Come hanno detto alcuni, diverta Dio, Mr. Robin Williams.