(Beh, per l’esattezza noi ci siamo stati due giorni...ma
questa è un’altra storia!)
Buondì! Oggi, vi racconto della manifestazione a cui ho
assistito in questi giorni insieme alle mie amiche Cris ed E, al mio amico F, e
alla madre di Cris, che gentilmente ci ha accompagnati. Si tratta della Bastida
di Sorres, la rievocazione di un fatto d’arme avvenuto nel 1334, quando i Doria
riconquistarono agli Aragonesi la città fortificata di Sorres, importante anche
come sede vescovile con il monastero di San Pietro.
E, insieme alla rievocazione, siamo finiti...in un
accampamento medievale del XIV secolo! E questa è stata una vera e propria
sorpresa. Perché si, sapevamo che ci sarebbe stato, ma non così completo, ricco
di vita e di persone abbigliate con vestiti d’epoca e banchi con praticamente
tutti gli oggetti della vita di allora, con persone che ti spiegano qualunque
cosa.
Il primo giorno, siamo anche andati a visitare il nuraghe di
Santu Antine, uno dei più importanti dell’isola, ricco di particolarità che
solo lui possiede...
...e la mia testa se ne ricorda, si, anche perché ad un
certo punto e io e Cris ci siamo infilate in un buio e stretto corridoio che
porta ad un pozzo sacro e io ho sbattuto la testa sull'unica sporgenza,
ovviamente. Un male cane. E una piccola bozza, per fortuna coperta dai miei
capelli. A parte questo, davvero, questo nuraghe è stupendo, si trova in una
valle sul comune di Torralba chiamata anche Valle dei Nuraghe perché ve ne sono
stati costruiti ben trenta. Se fate un
giro in Sardegna venite a visitarlo!
Dopo la visita al nuraghe, siamo quindi andati a Borutta, il
comune nel quale si svolgeva la rievocazione. Appena arrivati, mi è scappata da
ridere, a vedere tutte quelle persone in costume. E mi sono messa anche un poco
ad invidiarle...
All’inizio non sapevamo dove guardare, talmente tante cose
c’erano. Il nostro occhio era già caduto sulle spade, e, un po’ timidamente,
abbiamo cominciato a prenderle in mano. Poi, però, abbiamo cominciato a girare
con ordine, e siamo capitate nella tenda dello Scriptorium. Completa di
pergamene, Carta de Logu, inchiostri rosso e oro, sigilli...e tante altre cose,
compresi i mitici Oculi de Vitro cum Capsula!
Nella stessa tenda, c’erano anche una sedia-trono e un gioco
degli scacchi, riproduzione di un originale che è stato usato in moltissimi
film e serie tv, compresi I Pilastri della Terra e Il Trono di Spade.
E poi...siamo passati alle armi. Spade a due mani, archi,
asce, elmi, scudi, gambali...c'era di tutto! Ci siamo sbizzarrite. Vi posso
dire che, per le spade a due mani, anche se sono piuttosto pesanti, dopo un po’
è come se il tuo polso si abituasse a reggere tale peso. E bisogna anche
contare sul fatto che l’arma sia bilanciata bene o no. Mi ricordo in
particolare di una che non era bilanciata ed era pesantissima...subito dopo, ce
ne hanno passata in mano una ben bilanciata e più pesante, ma che risultava più
leggera alla presa.
Abbiamo fatto diverse foto ai vari cavalieri, arcieri,
damigelle, e qualche volta siamo anche riusciti a fare foto insieme a loro.
Poi, abbiamo visto il falconiere, un ragazzo che ci stava
tra l’altro benissimo, a fare il falconiere...insomma, sembrava uscito dal
medioevo. Aveva una poiana, un gufo e un barbagianni. Io e le mie amiche
abbiamo potuto tenere in mano la poiana, uno splendido uccello che però,
durante l’esibizione, ha attaccato il gufo...il motivo? Poco prima, il gufo gli
aveva dato una piccola artigliata. E la poiana ha pensato bene di vendicarsi,
non pensando che il gufo è molto più forte di lei. Immaginate la nostra faccia
quando abbiamo visto la poiana lanciarsi sul gufo! Sembrava che i due stessero
lottando (e il gufo era sempre nella mano del falconiere), c’erano tante piume
in aria (della poiana) e quando è riuscito a separarli, il falconiere ci ha
spiegato che era una fortuna che la sua mano stringesse gli artigli del gufo, altrimenti,
per la vendicativa poiana, non ci sarebbe stato scampo!
Un’altra cosa che mi ha impressionata è stato quando, ad un
certo punto, quando un signore evidentemente non contento del fatto che
l’uccello non rispondesse ai suoi fischi, ha detto al falconiere che la sua
poiana obbediva solo a lui, e questo gli ha risposto: “Il mio non è un ordine,
è un invito”.
E poi...è arrivato il momento della battaglia!
Le musiche? Non erano molto adatte, sarebbe stato meglio un
bel rullo di tamburi, ma hanno trasmesso canzoni tratte dal Trono di Spade, I
Pilastri della Terra, Il Gladiatore e Brave Heart.
Infine, siamo rimasti ancora un poco, poi ce ne siamo
andati, anche perché faceva molto freddo. A quanto pare tremavo come una
foglia. E il bello era che non lo sentivo per nulla! Però, siamo partiti con un
proposito: tornare l’indomani! Anche perché, prima della battaglia, abbiamo
cominciato a parlare insieme ad un gruppo di ragazzi, e, parlando parlando,
alla fine mi hanno detto che se fossi ritornata l’indomani mi avrebbero
mostrato qualche cosina di base con la spada. Beh, mica potevo resistere???
E così, eccoci lì ancora eccitati per il giorno prima.
Purtroppo, c’era molto vento e sabbia e polvere appiccicosa, avevo le lenti e
hanno cominciato a darmi un po’ fastidio, ma mi sono comunque goduta la
mattinata. Prima di tutto, i ragazzi del giorno prima, che fanno parte della
Sala d’Arme Le Quattro Porte di Cagliari, ci hanno spiegato la strategia
militare alla base della battaglia di Azincourt. Si, proprio quella battaglia
della Guerra dei Cent’Anni in cui la cavalleria francese si è fatta massacrare
dagli arcieri inglesi. E infatti non vi dico le battute quando ho detto: “Ma la
fai proprio a me che sono francese??” Comunque, c’è da dire che i francesi si
sono comportati in quella circostanza da perfetti idioti, quindi, forse, un
poco se la sono meritati, la sconfitta. Infine, ci sono state mostrate alcune
armi d’assedio dell’epoca, attraverso dei modellini.
Ho fatto un giro dall'astrologa. Stava accanto al chiosco
del medico, da me e da molti altri soprannominato Dante Alighieri, visto che
era vestito tutto di rosso. L'astrologa aveva iniziato da poco a spiegare,
quando è arrivato un ferito da freccia! E abbiamo assistito all'operazione
(completa di sangue) del medico, che dopo aver segato la parte in legno della
freccia e aver cauterizzato una parte del corpo del povero paziente (così si
distraeva e un poco sveniva...eh si, la cauterizzazione a quei tempi serviva
proprio per quello!), e aver controllato anche che non toccasse punti vitali,
ha fatto passare la punta della freccia dall'altra parte del corpo. Purtroppo,
però il pover'uomo non ce l’ha fatta. Scherzo, era tutta una ricostruzione, ma
ci ha presi così alla sprovvista che è stato divertentissimo. E poi mi sono
fermata almeno venti minuti con il medico, a chiacchierare di medicina, un
altro campo vastissimo del sapere medievale. Anche se continuo a pensare non
credo che mi sarei molto fidata di un medico di allora. E poi, è arrivato il
momento della spada! C'erano i giornalisti che facevano le riprese, proprio in
quel momento, quindi forse sono finita in televisione XD
Due ragazzi mi hanno fatto vedere diverse poste, basandosi
sul Flos Duellatorum, un trattato sul combattimento con la spada che è il terzo in
ordine di antichità in Europa. Ne esistono due copie, entrambe in America. Una
terza si trovava anche in Italia, ma è scomparsa a inizio ‘900. Beh, che vi
posso dire...voglio imparare la scherma medievale, ora ancor più di prima.
Chissà che un giorno io non riesca ad andare a Cagliari per imparare. Inoltre,
non so come dirvi, ma ho trovato molta più apertura mentale rispetto alla
ricerca e alla multidisciplinarietà che questa implica in questi ragazzi
appassionati di storia medievale che in molti archeologi e professori.
Abbiamo, infine, riassistito alla battaglia, anche se
stavolta c’erano meno figuranti ed erano state introdotte le scale per
l’assalto alle mura. Ma è stato comunque emozionante. Poi, ce ne siamo andati.
Concordando sul fatto che l’anno prossimo ci torniamo. E stavolta per tutti e
tre i giorni!
Credo che mi terrò quest’esperienza dentro per un bel po’.
In meno di ventiquattrore ho imparato moltissimo, forse non in modo accademico,
non con una lezione frontale o un seminario, ma credo che sia soprattutto in
questo modo, con questo genere di iniziative, che la storia sembra viva, e non
solo qualche riga buttata su un manuale. E’ stato strano, ma mentre era in quel
campo, con tutte quelle bancarelle, quegli uomini, donne, e anche bambini
vestiti come degli uomini del medioevo, con quel trampoliere che di tanto si
faceva strada a grandi falcate tra di noi, in alcuni momenti mi sembrava quasi
di esserci. Eppure, non sono una di quelle persone che vorrebbero esserci
vissute. So che il medioevo, per quanto sia affascinante, è anche un’epoca di
violenza inaudita. Non che sia tanto cambiato, oggi, in certi posti...ma, no,
se mi dicessero: “Abbiamo una macchina del tempo con la quale potrai vivere
quel tempo per sempre” non lo farei. E poi, un’altra cosa che mi porterò
dentro, sono gli incontri che ho fatto in questi giorni. Chissà, forse qualche
amicizia, qualche contatto nuovo è nato. E, ancora una volta, non posso far
altro che ringraziare le persone che hanno reso questo possibile.