lunedì 10 novembre 2014

Recensione libro: Il Trono di Spade-Il Regno dei Lupi

Premessa: se avete in programma di leggere Il Trono di Spade e non l’avete ancor fatto, oppure se state leggendo il primo o il secondo volumetto, oppure se non avete visto la serie tv e (cosa che vale in tutti i casi) non volete SPOILER, saltate il post.  

Buongiorno! Eccomi finalmente a recensirvi
il terzo volumetto del Trono di Spade, Il Regno dei Lupi di George R.R. Martin. Pieno di intrighi, battaglie e personaggi che ancora una volta nella serie erano i miei eroi, ma leggendo il libro perdono la mia stima. Ma andiamo con ordine, ecco a voi la trama:

Nei cieli, compare una cometa del colore del sangue. C’è chi, alla corte di Approdo del Re, lo interpreta come un segno di buon auspicio per l’ascesa al Trono di Spade del crudele re ragazzino Joffrey Baratheon, primo del suo nome, dato che tra i colori della casata di sua madre Cersei Lannister c’è il porpora. Chi, invece, nell’impervia isola della Roccia del Drago, dove lo zio di Joffrey, Stannis Baratheon, si è stabilito e ha rivendicato per lui il titolo di legittimo re in quanto Joffrey è frutto di un incesto, lo interpreta come il fiammeggiante simbolo del Signore della Luce, soprattutto dopo che buona parte dei suoi uomini si sono convertiti al suo credo e dopo la venuta al fianco di Stannis di una misteriosa e potente sacerdotessa rossa, Melisandre di Asshai delle Ombre. Nel Nord, dove Robb Stark, figlio del defunto Eddard, si da il titolo di Re del Nord, si dice che l’astro sia del colore del sangue sparso dalle battaglie del Giovane Lupo contro i Lannister. Oltre il Mare Stretto, invece, la giovane Daenerys Targaryen, Madre dei Draghi Drogon, Viserion e Rhaegal, è forse l’unica ad avere ragione sul significato della Cometa: i draghi si sono risvegliati, l’ora che riprenda il suo posto in quanto legittima erede del Trono di Spade è vicina. Eppure, ora che ha perso il marito Khal Drogo e che il suo khalasar l’ha abbandonata, riuscirà a sopravvivere allo spietato Mare Dothraki e al suo clima impervio?
Al di là delle speculazioni sulla Cometa di Sangue, altri personaggi tessono trame ed intrighi complicati. Un altro personaggio, come per capriccio, si dichiara anch’egli re: Renly Baratheon, minore dei fratelli del defunto Robert, poiché sa bene che Stannis non è amato. Tyrion Lannister, il Folletto, arriva ad Approdo del re in quanto Primo Cavaliere e subito si da da fare...a modo suo, ovviante. E all’estremo nord, Jon Snow segue il lord comandante dei Guardiani della Notte, Jeor Mormont, in una spedizione oltre la Barriera, nella terra dei Bruti, per capire da dove vengano e cosa siano le misteriose creature morte che camminano. Un’oscura e antica minaccia alla quale nessuno da veramente importanza, pronta a calare sui Sette Regni ora che la Lunga Estate si sta ufficialmente concludendo e che l’inverno si appresta ad arrivare...

Uff, ecco qui, in sintesi, la trama. Mano a mano che passano i libri sta diventando sempre più lunga, piena di nomi e di sotterfugi per non rivelare informazioni vitali che capitano nel libro. Un libro nel quale le cose si muovono a volte rapidamente, a volte più lentamente, e nel quale devo criticare una cosa in particolare, ma credo e spero che sia dovuta all’assurda scelta di tagliarlo in due, frase che, me ne rendo conto, in pagine nelle quali il sangue scorre ogni dieci pagine per volume quadrato suona molto male. Ritornando alla critica, alcuni personaggi praticamente non appaiono, ed è un peccato, perché questo da un senso di incompletezza. Mi riferisco in particolare a Daenerys e Jon Snow, che in 482 pagine avranno al massimo tre capitoli a testa dedicati a loro. Sarà anche che sono due dei personaggi che preferisco, Dany perché è una paladina della giustizia fuori dal comune, faccio il tifo per lei per sedere sul Trono di Spade e soprattutto ha tre draghetti (<3 _ <3 ), Jon perché l’oltre la Barriera è particolarmente intrigante, spero che un giorno o l’altro George Martin faccia saltare fuori qualche misterioso Figlio della Foresta, e gli Estranei aggiungono toni horror alla saga ogni volta che appaiono. Spero che vedremo di più questi personaggi ne La Regina dei Draghi, il cui titolo sembra promettente da questo punto di vista. Più draghi per tutti!



Un altro personaggio intrigante ma che praticamente non appare è una nuova conoscenza: ser Davos Seaworth, il Cavaliere delle Cipolle. Per presentarvelo, vi metto la sua storia.

“Maestro Cressen ricordava bene il giorno in cui Davos era stato creato cavaliere, poco dopo l’assedio di Capo Tempesta. Lord Stannis e una piccola guarnigione avevano resistito nel castello per quasi un anno, combattendo contro gli eserciti congiunti di lord Tyrell e di lord Redwyne. Perfino dal mare erano stati isolati, controllato com’era giorno e notte dalle galee di Lord Redwyne che issavano i vessilli color porpora di Arbor.Tra le mura di Capo Tempesta, i cavalli erano stati mangiati da un pezzo, cani e gatti erano scomparsi e la guarnigione era ridotta a cibarsi di radici e di ratti. Poi, in una notte di luna nuova, le stelle nascoste da nubi oscure, Davos il contrabbandiere aveva sfidato, con il favore delle tenebre, il blocco delle navi ostili di Redwyne e le insidiose rocce del golfo dei Naufraghi. Il suo piccolo vascello aveva scafo nero, vele nere, remi neri e la stiva strapiena di cipolle e di pesce salato. Poco, certo, eppure sufficiente per permettere a Eddard Stark di raggiungere Capo Tempesta e di spezzare l’Assedio.
Lord Stannis aveva ricompensato Davos concedendogli buone terre su Capo Furore, un piccolo castello e gli onori di cavaliere...ma aveva anche decretato che Davos perdesse una falange di ciascun dito della mano sinistra, come punizione per tutti i suoi anni di contrabbandiere. Davos si era sottomesso, ma solo a condizione che fosse Stannis in persona a impugnare la lama: non avrebbe accettato una simile punizione da mano meno nobile. Il lord aveva usato una mannaia da macellaio, in modo che il taglio fosse preciso e netto. In seguito, per la sua nuova casata, Davos aveva scelto il nome Seaworth, Degno del mare. Il suo vessillo era una nave nera su sfondo grigio, con una cipolla sulle vele. Il contrabbandiere di un tempo andava orgoglioso di poter affermare che lord Stannis in fondo gli aveva fatto un piacere: quattro unghie in meno da pulire e da tagliare.”

Aggiungo che le falangi staccate le tiene in una sacchetta di cuoio appesa al suo collo. Quello che mi è piaciuto di lui è che è il ribelle della situazione, nonostante sia comunque fedele al suo re. E poi, credo che lo abbiate ormai indovinato: ho un debole per pirati o ex pirati.

Eccezionalmente, non muore nessuno di importante. Quindi, salto la rubrica MORTI STECCHITI DALLO SCRITTORE SADICO. Ma, se vi posso anticipare qualcosa, perché sono già andata avanti con la lettura del prossimo libro...la cosa non durerà.

Come anticipato, c’è chi tra i personaggi si mantiene nella mia stima, chi invece sale e chi scende. Tyrion Lannister continua ad essere uno dei miei preferiti, in particolare ora che dispensa giustizia. Sembra quasi un supereroe, e l’eunuco Varys, detto anche Ragno Tessitore, è come Robin per Batman. Anche se è altrettanto furbo e subdolo. Ma i loro dialoghi insieme sono delle perle.

“<La sai una cosa, lord Varys?> Tyrion lasciò che l’eunuco lo aiutasse a montare in sella. <Certe volte, ti vedo come il mio migliore amico in tutta Approdo del Re. Altre volte, credo che tu sia il mio peggior nemico.>
<Ma che stranezza, mio lord. Anch’io penso esattamente la stessa cosa di te.>”

Un personaggio che, invece, sale un po’, ma giusto un po’, nella mia stima, è Sansa Stark. Sempre sottomessa, o almeno, così pare, però qualcosa si muove, anche se continua a credere che alcune cose sono come nelle ballate che tanto ama. Anche lei, tuttavia, non appare molto, il che ha dato luogo ad un episodio: leggo un pezzo in cui incontra un dato personaggio, e penso “Un attimo. Chi sei tu? Dove ho già letto il tuo nome? Perché sei qui? Perché sei in questa condizione?” Sono dovuta tornare indietro di 235 pagine. Duecentotrentacinque! E se mi perdo adesso con i nomi...non voglio immaginare cosa capiterà quando sarò al quarto libro.

Robb Stark, invece, perde molti punti. Mi sembra un ragazzino pieno di se perché gli hanno affibbiato una corona in testa e un titolo che non esisteva più da 300 anni, ma che alla minima difficoltà si rende conto che non è maturo per esercitare il potere. Questo lo innervosisce e compie le scelte sbagliate. Ora, va bene, vince tutte le battaglie, ma se in ‘politica interna’ seguisse il consiglio di sua madre e non la scacciasse per un’inutile missione diplomatica solo perché non vuole che si dica: ‘’Guarda, il Re del Nord fa tutto quello che gli dice la sua mammina’’, sarebbe molto più saggio. Mi aveva già dato quest’impressione alla fine di Il Grande Inverno, ora la rafforza.

Infine, volevo concludere parlando di Arya e Bran Stark. Arya ormai segue gli avvenimenti dal punto di vista del ‘popolo’. E che dire, la piccola di casa Stark, mano a mano che prosegue la narrazione, diventa sempre più inquietante. Fa fuori un po’ di gente e incontra un personaggio secondario che ruba la scena a molti, tranne lei: Jaqen H’ghar, misterioso assassino della città libera di Lorath, che parla in terza persona di se stesso e che sembra quasi uno spirito a metà tra il maligno e il benevolo. Un inaspettato alleato di classe che non vedo l’ora di rincontrare. 



Bran, invece, è uno dei pochi elementi di magia vera e propria della saga, in particolare a partire da questo libro. Il fatto che sia altrettanto inquietante di sua sorella è che ha un rapporto con la natura, i sogni e le visione che mette i brividi. C’è un passaggio in cui sogna di essere il suo meta-lupo, Estate, ed è descritto con tanta dovizia di particolari, come se fosse realmente una belva chiusa in un parco di notte, che mi ha fatto quasi paura. Finalmente, ne sapremo un po’ di più sul perché di questo suo misterioso rapporto, ed è una delle cose che mi incuriosiscono di più di lui. Spesso, nelle pagine Facebook dedicate a GoT, vedo scritto che lui e suo fratello Rickon sono i personaggi più inutili della saga. Secondo me, almeno per quanto riguarda Bran (Rickon è un personaggio di contorno che, a mio parere, serve a far risaltare la saggezza di Bran, un po’ come l’amorfismo di  Ismene serve a far risaltare la tenacia di Antigone nella tragedia), è utile in quanto dona un tocco di ulteriore mistero alla saga, indagando un territorio, quello della magia naturale, che altrimenti sarebbe totalmente ignorato. La magia c’è anche con Melisandre di Asshai, ma nella sua forma divina. Insomma, il succo del discorso è che Bran è un personaggio utile!

Differenze dal libro alla serie: me ne sono saltate due agli occhi: la prima è che Doreah, una delle serve di Daenerys, quella che mi stava simpatica perché non ripeteva a pappardella tutte le superstizioni del mondo, muore. Ci sono rimasta male, non me lo aspettavo. La seconda è che due personaggi che nella serie vengono introdotti a partire dalla terza stagione, che sarebbe la prima parte del terzo librone, invece appaiono qui: si tratta di Jojen e Meera Reed, che aiuteranno Bran a capire ciò che lui è in realtà.

Lo stile di Martin è sempre lo stesso, camaleontico, cambia a seconda dei personaggi, più solenne quando si parla di Daenerys o Catelyn Stark, più giocoso quando si parla per esempio di Tyrion. Una scelta che mi piace, poiché è piuttosto originale ed esalta la personalità dei personaggi. Uno stile che, in certi momenti, non lesina sui dettagli cruenti e le descrizioni macabre, mostrando il meglio e il peggio degli uomini. L’unica cosa che gli critico è il fatto che, al tempo stesso, è proprio una delle cose che fanno si che il libro non mi prenda particolarmente. Insomma, dipende dai capitoli. Inoltre, è anche per questo che giudico il Trono di Spade una lettura piuttosto impegnativa. Vi giuro, ci sono giorni in cui sono stanca dall’università e non riesco neanche ad aprilo in autobus, me ne rimango imbambolata davanti alla finestra a guardare i pali della luce che mi passano davanti. Ebbene, di solito non faccio così. Il problema è che immaginarmi a leggere questo libro senza essere nel mio letto al calduccio mi stanca ancor di più...insomma, deve esserci calma e una buona dose di sonno arretrato recuperato. Ciò non toglie che, se si vuole avere una buona cultura del fantasy contemporaneo, la saga di Martin deve essere letta.

Il voto finale è: 8/10

Bene, questo è quanto avevo da dire! Non so dirvi se il prossimo libro che recensirò sarà La Regina dei Draghi, quarto volumetto della saga, o La Nave della Magia di Robin Hobb, visto che li sto leggendo contemporaneamente e sono a metà del libro della Hobb, tra l’altro molto apprezzata da Martin. Ma poco importa. L’importante è avanzare nella lettura e divertirsi. Intanto, vi auguro un buon inizio di settimana, cari lettori. A’ bientot! <3



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